domenica 7 ottobre 2012

“Jazztsèmani” di Alessandro Cimino


Edito per la collana “Poesie” delle Edizioni Melagrana di Caserta, “Jazztsèmani” di Alessandro Cimino si configura sin dalle prime battute come una sorta di ‘composizione ritmica’. In essa, infatti, parole e suoni, versi e musica vengono sapientemente amalgamate, sino a fondersi a loro volta con quelle immagini – spesso mistiche e archetipiche, mitologiche e religiose – che costituiscono l’oggetto delle composizioni, nonché degli studi dell’autore.

Dopo una laurea in “Filologia, letterature e civiltà del mondo antico”, Cimino, giovane ricercatore del 1984, si dedica oggi al sanscrito, al neopersiano e alla comparazione delle antiche mitologie indoeuropee.
Nonostante si tratti di un’opera prima, “Jazztsèmani” si presenta dunque come un lavoro originale e ‘autoriale’, capace di spaziare dal componimento poetico tout court della prima sezione di liriche (intitolata “Le rose recise”) alla ‘jam session verbale’ del secondo gruppo di poesie (“Rapsodia Blues”), sino a quella sorta di ‘prosa poetica’ da cui deriva il titolo dell’intera raccolta. L’ultima sezione del volume, “Anno Dominae”, è non a caso pregna di uno stile nel quale risuona tutta l’eco dei Vangeli.
Cimino può così condurre il lettore alla sua personale “Apocalisse”, una visione che è anche il titolo del componimento che chiude la silloge.
Preso nel suo insieme, “Jazztsèmani” è un libro che sfugge e si sottrae a qualsivoglia catalogazione e convenzione, costituendo, complessivamente, una sorta poema in versi sui generis.

Recensione di Andrea Corona

Alessandro Cimino, Jazztsèmani, Edizioni Melagrana, Poesie, Caserta 2009, 104 pp., 8 euro

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